BOTTA E RISPOSTA CON EDOARDO SEMMOLA

Edoardo Semmola è una firma del Corriere Fiorentino e un animatore culturale della nostra città. Al BookStage (via Fiesolana, 8 a Firenze) due mercoledì al mese ha creato Beat Sofa.
Come ti è venuto in mente di creare questo format?
L’idea è nata per caso. Una sera dello scorso anno mi sono imbattuto in questo nuovo locale ed esplorandolo, sul retro del palco ho trovato
un piccolo e confortevole salotto. Da li mi è balenata l’idea di trasformare quel luogo, volevo fondere la ‘familiarità’ di casa in uno spazio pubblico.
Essendo un grande appassionato di musica, mi sono convito di modellare il piccolo spazio come un luogo dove varie persone possono
entrare e condividere le proprie esperienze e passioni riguardanti il tema trattato nel corso della serata.
C’è un criterio in cui inviti gli ospiti? 
Non esistono delle persone invitate, l’idea di questo salotto nasce come luogo aperto a tutti, dove chi ha qualcosa da dire su un argomento prende la parola e il suo contributo è comunque ugualmente importante. Può raccontare fatti biografici di un autore come può semplicemente narrare aneddoti personali legati a una canzone o a un cantante di cui si parla durante la serata.
Questo format può avvicinare i giovani al rock? Che pubblico viene al Beat Sofa?
Attualmente il pubblico è composto principalmente da memori e nostalgici della musica rock, proprio come me. Ma sono fiducioso che se questo progetto continuerà, potremo appassionare anche i più giovani.
Quali sono i prossimi appuntamenti?
Mercoledì 5 febbraio alle ore 21.15 una serata evento “Cat Stevens e la conversione in Yusuf Islam… ma non era la musica del diavolo?” con ospiti l’imam di Firenze Izzeddin Elzir e Padre Bernardo, abate di San Miniato al Monte, mentre  mercoledì 19 febbraio “Sul divano con Nina Simone: si può sconfiggere il razzismo rimanendo non violenti?”. Vi aspettiamo.
Maria Paternostro