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Il muro trasparente vede Paolo Valerio, campione di tennis nella vita reale, nel ruolo di Max, un uomo che affronta la crisi esistenziale come se fosse una partita di tennis. Mentre riflette e si confronta con le sue emozioni e ossessioni, il gioco diventa metafora della sua lotta interiore, alternando momenti di silenzio e urla di sfida. La passione per il tennis si mescola con quella amorosa, portando Max a confrontarsi con la solitudine e il conflitto tra vita e cuore.

Il muro di plexiglass, simbolo della sua barriera emotiva, divide il protagonista dal pubblico, mentre lo spettacolo si sviluppa come una partita, unendo tecnica, lirismo e citazioni di opere come Open di Andre Agassi e Infinite Jest di David Foster Wallace.

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