Questo “cabaret tragico” (V. M. 14) , vincitore del Premio della critica al Festival Le voci dell’anima 2023, si annuncia fin dalle prime battute come una sorta di spettacolo di corpi in musica, dove i personaggi, le caricature, le immagini evocative, risolti nell’atto fisico e in una scenografia povera, diventano “creature” che scivolano continuamente in musica di scena e accenti che si negano a una prosa asettica, mentre l’attenzione agli spazi, ai ritmi, ai gesti si fondano su principi di danza più che di teatro in senso stretto, è un cabaret tragico. Un “atto impuro”, dunque, che si avvale di figure grottesche, iper-normali, truci, incontri reali, tra comicità, tenerezza e follia.